21/04/08

DANTE I'VORREI


I' vegno il giorno a te infinite volte
e trovoti pensar troppo vilmente:
molto mi dol della gentil tua mente
e d'assai tue vertù che ti son tolte.

Solevanti spiacer persone molte
tuttor fuggivi l'annoiosa gente,
di me parlavi così coralmente
che tutte le tue rime avia ricolte.

Or non ardisco per la vil tua vita
far mostramento che il tuo dir mi piaccia,
nè in guisa vegno a te che tu mi veggi.

Se 'l sonetto presente spesso leggi
lo spirito noioso che t'incaccia
si partirà da l'anima invilita.


Guido Cavalcanti a Dante
(Vita Nova XXIX)

18/04/08

HO UN BEL DIRE

La scorsa morte mi chiesi
se ci sia poi davvero
una qualche
differenza
tra la risurrezione
di uno
o
di tutti.

In realtà
(la realtà?)
i panpsichisti
mistici
karmisti
son quelli
tra i ballanti
equilibristi.

Mentre i cattolici
c'han quella pazienza
che attenderebbero
il giorno del giudizio.

Lì mi risposi:
ma soprattutto
non
concentrarti
sul ritmo stretto
del suo respiro.

02/04/08

Corazòn tan blanco

[...]
Ciò che vediamo e sentiamo finisce per assomigliare e addirittura diventare identico a ciò che non abbiamo visto nè sentito, è solo questione di tempo, o dipende dalla nostra scomparsa.
E nonostante tutto non possiamo far altro che impostare la nostra vita ad ascoltare e a vedere e a partecipare e a sapere, convinti che la nostra vita dipenda dallo stare insieme un giorno o dal rispondere ad una telefonata, o dall'avere il coraggio, o dal commettere un crimine o causare una morte e sapere che è stato così.
A volte ho la sensazione che niente di ciò che succede succeda davvero, poichè niente succede senza interruzione, niente persiste nè persevera nè si ricorda in eterno, e anche la più monotona e banale delle esistenze si annulla e nega se stessa in questa ripetizione apparente al punto che niente è niente e nessuno è nessuno che sia esistito in precedenza, e la debole ruota del mondo viene spinta da smemorati che ascoltano e vedono e sanno ciò che non si dice e non avviene e non si conosce nè si può dimostrare.
Ciò che avviene è identico a ciò che non avviene, ciò che scartiamo o ignoriamo è identico a ciò che accettiamo o afferriamo, ciò che sperimentiamo identico a ciò che non proviamo, tuttavia la vita passa e passiamo la vita a scegliere a rifiutare a selezionare a tracciare una linea che separi quelle cose che sono identiche e faccia della nostra storia una storia unica da ricordare e da raccontare.
Inpieghiamo tutta la vita e i nostri sensi e le nostre ansie al fine di discernere ciò che sarà uniformato, o che lo è già, e per questo siamo pieni di rimpianti e di occasioni perdute, di conferme e riaffermazioni e di occasioni sfruttate, quando l'unica certezza è che nulla si afferma e tutto si perde.
O forse non c'è mai stato niente.
[...]

Javièr Marìas