21/04/08

DANTE I'VORREI


I' vegno il giorno a te infinite volte
e trovoti pensar troppo vilmente:
molto mi dol della gentil tua mente
e d'assai tue vertù che ti son tolte.

Solevanti spiacer persone molte
tuttor fuggivi l'annoiosa gente,
di me parlavi così coralmente
che tutte le tue rime avia ricolte.

Or non ardisco per la vil tua vita
far mostramento che il tuo dir mi piaccia,
nè in guisa vegno a te che tu mi veggi.

Se 'l sonetto presente spesso leggi
lo spirito noioso che t'incaccia
si partirà da l'anima invilita.


Guido Cavalcanti a Dante
(Vita Nova XXIX)

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